L'OCSE ci baca il cazzo perché abbiamo pochi laureati rispetto agli altri paesi fichi. L'OCSE, però, deve andare affanculo, perché non vedo dove sia l'utilità di un sistema universitario che sforna quintali di laureati, salvo poi che arriva il cervello in fuga dall'Italia e spezza le reni a tutti. Ok, potremmo discutere sull'evitare queste fughe di questi cervelli, ma non è l'argomento del post. L'argomento del post è parlare a vuoto per abbastanza tempo e poi rimettermi a lavorare.
La fuga dei cervelli
Che le nostre università facciano il coolo a tutti è conclamato. La nostra preparazione generalista, almeno per quanto riguarda il mio campo di studi, ci rende più versatili e pronti a situazioni impreviste di chiunque altro. L'ingegnere italiano non è uno stronzo che sa tutto di un certo settore, è uno che si ingegna ("ingengere", dice nulla?) a risolvere un problema. In de iùèsséi, per dire, mica si laureano in Ingegneria Meccanica, no. Loro diventano "ingegneri ferroviari". Normale che si presenta un italiano che sa fare le divisioni a due cifre, e scoccia gli ossi a quello che sa tutto di bulloneria e saldatura a filo e niente del resto.
O forse, dopo aver frequentato delle università dove c'è al potere gente che semplicemente punta a non farti laureare, poi ti ritrovi avvantaggiato rispetto a cretini imbambagiti cresciuti col sistema anglosassone dove, a patto di pagare la retta di Oxford, la laurea è un diritto. La CEPU istituzionalizzata, insomma, però con più cultura ed edifici in stile gotico.
O forse, dopo aver frequentato delle università dove c'è al potere gente che semplicemente punta a non farti laureare, poi ti ritrovi avvantaggiato rispetto a cretini imbambagiti cresciuti col sistema anglosassone dove, a patto di pagare la retta di Oxford, la laurea è un diritto. La CEPU istituzionalizzata, insomma, però con più cultura ed edifici in stile gotico.
Che poi, a ben vedere, forse non abbiamo più nemmeno queste università durissime e selettive, o quantomeno questa cosa non è più la regola standard. Cioè, io non sono tanto vecchio, anche se abbastanza vecchio da avere fatto i primi tre-quattro anni col "sistema di una volta", e Cristo, era fottutamente più dura.
Secondo i bimbiminkia diciannovenni che incontro quando torno in facoltà per finire di laurearmi, però, oggi è ancora durissima come una volta. Ok, a costoro e a coloro che la pensano come costoro posso fare la concessione che in alcuni casi si incontrano ancora corsi di laurea progettati per farti mollare, anche se questo dipende solamente dalla città e/o dalla facoltà (intesa come Ingegneria Civile a Perugia VS Scienze Della Puttana Di Tu' Ma' a Canicattì, chiaramente, non certo come Giurisprudenza a Roma VS Giurisprudenza a Firenze, non fate i furbi).
Ma in generale, be', non so come sia andata negli altri atenei, ma nel mio quelli che si sono fatti la riforma del 2000 dal primo anno si sono sorbiti un training che al confronto entrare nei Navy S.E.A.L.S. è roba da checche. Questo perché i docenti, semplicemente, hanno ricondotto 35 esami in 5 anni a 35 esami in 3 anni, spiegando le cose in un terzo del tempo di prima e continuando a chiederti di saperle comunque tutte, quanto e come prima. Poi, visto che la percentuale di suicidi saliva stranamente, hanno aggiustato il tiro.
Secondo i bimbiminkia diciannovenni che incontro quando torno in facoltà per finire di laurearmi, però, oggi è ancora durissima come una volta. Ok, a costoro e a coloro che la pensano come costoro posso fare la concessione che in alcuni casi si incontrano ancora corsi di laurea progettati per farti mollare, anche se questo dipende solamente dalla città e/o dalla facoltà (intesa come Ingegneria Civile a Perugia VS Scienze Della Puttana Di Tu' Ma' a Canicattì, chiaramente, non certo come Giurisprudenza a Roma VS Giurisprudenza a Firenze, non fate i furbi).
Ma in generale, be', non so come sia andata negli altri atenei, ma nel mio quelli che si sono fatti la riforma del 2000 dal primo anno si sono sorbiti un training che al confronto entrare nei Navy S.E.A.L.S. è roba da checche. Questo perché i docenti, semplicemente, hanno ricondotto 35 esami in 5 anni a 35 esami in 3 anni, spiegando le cose in un terzo del tempo di prima e continuando a chiederti di saperle comunque tutte, quanto e come prima. Poi, visto che la percentuale di suicidi saliva stranamente, hanno aggiustato il tiro.
Una volta, una persona mi ha detto:
Sì, tu ti lamenti, ma sei un giovanotto, ai miei tempi nella mia città era molto più difficile laurearsi perché si faceva lezione nei cinema che mancavano le aule, in segreteria davano notizie parziali e contraddittorie e c'erano 26 esami da dare in 4 anni con libri da sette-ottocento pagine. Ora gli esami sono suddivisi in 3 esoneri e resi blandi al punto che i professori intitolano il loro libro "Ragguagli di..."
Già, ma cosa cazzo mi fregava di fare lezione al Warner Village, se poi l'esame me lo regalavano col 18 politico..? E la segreteria e l'organizzazione burocratica fanno schifo oggi tanto quanto e più di ieri, mi pare.
E soprattutto, con i tuoi 26 esami in 4 anni mi ci pulisco il sedere dopo aver cacato durante la pausa tra la terza e la quarta ora di una lezione del mio corso di laurea da 60 esami in 5 anni (o 35 esami in 3 anni, a seconda di quanto ti piace studiare). Non so di quale facoltà parlasse il tizio, ma cazzo, fosse stata anche Ingegneria Delle Microparticelle Fantascientifiche Applicate al Gran Buco di Culo di Dio, non poteva essere COSI' dura. Non con una media di 6.5 esami all'anno, cazzo. Non li posso sentire 'sti discorsi! C'ho rabbia esistenziale! Di dentro, ce l'ho!
E aggiungo che mi fa incazzare a bestia sentire politici e compagnia lamentarsi del fatto che la nostra università non prepara al lavoro e cazzate varie... La realtà è semplicissima e diversa, ed è la stessa da quando il mio povero nonno è emigrato in Svizzera: il lavoro non c’è, e se c'è fa schifo, e se c'è e non fa schifo è con un contratto Co.Co.Co.Pro.So.No.Mo.Dioilcristo. che scade fra cinque minuti, e per rinnovarlo devi raggiungere il notaio che ti attende al di là di un fosssato pieno di anguille elettriche e squali (elettrici). Squali elettici che hai progettati tu, sei un ingegnere genetico.
Io non penso che si trovino lavori da 900 euro al mese perché l’università ti ha preparato di merda, ma perché qualcun altro ci ha preparato la merda come lavoro.
Un altro mi ha detto:
E soprattutto, con i tuoi 26 esami in 4 anni mi ci pulisco il sedere dopo aver cacato durante la pausa tra la terza e la quarta ora di una lezione del mio corso di laurea da 60 esami in 5 anni (o 35 esami in 3 anni, a seconda di quanto ti piace studiare). Non so di quale facoltà parlasse il tizio, ma cazzo, fosse stata anche Ingegneria Delle Microparticelle Fantascientifiche Applicate al Gran Buco di Culo di Dio, non poteva essere COSI' dura. Non con una media di 6.5 esami all'anno, cazzo. Non li posso sentire 'sti discorsi! C'ho rabbia esistenziale! Di dentro, ce l'ho!
E aggiungo che mi fa incazzare a bestia sentire politici e compagnia lamentarsi del fatto che la nostra università non prepara al lavoro e cazzate varie... La realtà è semplicissima e diversa, ed è la stessa da quando il mio povero nonno è emigrato in Svizzera: il lavoro non c’è, e se c'è fa schifo, e se c'è e non fa schifo è con un contratto Co.Co.Co.Pro.So.No.Mo.Dioilcristo. che scade fra cinque minuti, e per rinnovarlo devi raggiungere il notaio che ti attende al di là di un fosssato pieno di anguille elettriche e squali (elettrici). Squali elettici che hai progettati tu, sei un ingegnere genetico.
Io non penso che si trovino lavori da 900 euro al mese perché l’università ti ha preparato di merda, ma perché qualcun altro ci ha preparato la merda come lavoro.
Un altro mi ha detto:
Per quanto merdoso possa essere il panorama lavorativo, ci sono modi per elevarsi. Ad esempio, fare bene la propria facoltà, studiare davvero. Invece adesso vi parcheggiate all’università fino a trent'anni, per poi lamentarvi che manca il lavoro decente. Incolpate voi stessi.
Bah. Ho un carissimo amico che si è laureato con 106 alla triennale e 110&lode alla specialistica, prendendo 30 praticamente in tutti gli esami, facoltà Ingegneria Civile con specializzazione in Idraulica, e che ha sempre studiato seriamente, difatti è uscito a 26 anni, un anno al CNR... ecco, uno così, se la migliore offerta che trova ad un anno dalla laurea è un lavoro a 150 km da casa a 1.000 euro al mese tutte le spese a suo carico, con chi se la deve prendere? Non amo fare il solito nordista di 'sto cazzo, ma, viste le cose, allora preferisco quei paesi scandinavi nei quali ti "garantiscono" che se ti fai il culo a livello accademico verrai trattato con un minimo di decenza economica.
Anche perché, se mi guardo intorno, vedo che tutti gli ingegneri "arrivati" non sono quelli che hanno studiato tanto, ma quelli che sono stati dei bravi commercianti: clienti, amicizie, parentele, beccare il momento giusto, lavorare bene.
Non svilisco l'apporto personale, ci mancherebbe che dovesse bastare un 110 a garantire il sucesso, però che non si venga a parlare di "impegnarsi nello studio", perché non c'entra una sega.
Anche perché, se mi guardo intorno, vedo che tutti gli ingegneri "arrivati" non sono quelli che hanno studiato tanto, ma quelli che sono stati dei bravi commercianti: clienti, amicizie, parentele, beccare il momento giusto, lavorare bene.
Non svilisco l'apporto personale, ci mancherebbe che dovesse bastare un 110 a garantire il sucesso, però che non si venga a parlare di "impegnarsi nello studio", perché non c'entra una sega.
Ah, se devi prendere la scusa che nella vita saremo sempre scavalcati dai raccomandati, bene, continua pure con la tua filosofia da perdente, vedrai che arriverai lontano.
Tsk. Conosco un sacco di gente che è arrivata lontano senza raccomandazioni e conoscenze, o QUASI senza raccomandazioni e conoscenze, che in Italia è comunque lodevole. Onore ad essi. Non conosco invece nessuno che sia arrivato lontano mostrando in giro il suo 110&lode.
Questo non vuol dire che se esci con 110&lode non sarai nessuno... mica è un demerito. Vuol dire solo che dipenderà da te. DOPO l’università, però, non DURANTE.
Questo non vuol dire che se esci con 110&lode non sarai nessuno... mica è un demerito. Vuol dire solo che dipenderà da te. DOPO l’università, però, non DURANTE.
E soprattutto: squali elettrici.
Ficata cazzo.
Considerato che ogni fottuto laureato in Italia dice che ai suoi tempi l'università era difficile non come oggi che la fanno cani e porci, secondo me in questi discorsi si dimentica il fattore fondamentale.
RispondiEliminaIn TUTTO il mondo il numero di laureati è aumentato esponenzialmente, dagli Usa al Giappone, passando per il MO. L'elevata offerta di laureati (che pure servono, non sono inutili) determina per forza di cosa che l'offerta lavorativa ci sia, ma non paghi più come una volta, quando di laureati che n'erano pochissimi.
Guardate che è un problema sistemico dei Paesi sviluppati: con la laurea non sei più automaticamente classe media. Se dai un'occhiata agli elementi condivisi del mio Google Reader, ci ho messo dentro parecchi articoli che spiegano questo.
Non è l'Italia, è il mondo. Poi certo, uno può aiutarsi evitando certe lauree e preferendone altre, ma non può più aspettarsi di fare il level up e passare dalla classe operaio liv.2 a sacerdote liv. 35 grazie alla laurea.
Quando vi dicono che una volta non era così, è perché in Italia di laureati non ce n'erano. Fino agli anni 70 c'erano ampie sacche di analfabetismo, l'obbligo scolastico era fino alla 5 elementare e all'università ci si andava solo con il liceo classico. Questo succedeva mentre l'Italia si trasformava da Paese agricolo in industriale e aveva bisogno di laureati per mandare avanti le aziende.
Il Veneto ha cominciato negli anni '80 a diventare ricco, prima eravamo contadini con quinta elementare, e se eri laureato in quel periodo eri talmente tanto sopra la media che non ti si vedeva più.
Una volta erano meglio preparati? No, ma erano gli unici, e le aziende dovevano prenderli e pagarli in mancanza di alternative. Se siete l'unico ingegnere nei paraggi e non sapete niente di niente, vi pagheranno tanto lo stesso perché siete l'unico.
Oggi che di ingegneri ne escono centinaia, se non migliaia, l'anno, le cose purtroppo non stanno più così.
Sto vivendo un momento della mia vita in sempre più spesso mi chiedo se vale la pena vivere secondo morale - che mi sta portando ad ipotizzarmi romantico terrorista - oppure farmi furbo , o meglio "furbetto".
RispondiEliminaNon posso commentare serenamente un post in cui si discetti se sia meglio farsi il culo o meno, all'università come in molti altri campi tra l'altro. Non posso , mi capisci vero? mi cap... arghghghgghghghhgmmhfff ...
Ah, e comunque ai miei tempi l'uni era mooooolto più difficile, di qualsiasi tempo si parli!
Sto vivendo un perodo nel quale mi chiedo sempre più spesso se vale la pena continuare a studiare. Vedo gente che con tutti i trucchetti possibili (iphone, ammiccamenti, ecc) passa degli esami difficilissimi senza faticare mentre io sto indietro di parecchio. Sono stufo perchè non ci fanno imparare un cazzo a livello di pratica, abbiamo professori che hanno 45 anni più di noi ed evidentemente non si aggiornano dai tempi della caduta del muro di Berlino e, come scrivi te, non ti vogliono far laureare. Professori che verso la fine del corso ti dicono "ma che studiate a fare? Tanto per superare l'esame ci vuole solo culo!" Facciamo dei corsi della durata di un mese che prima duravano 1 anno!
RispondiEliminaNel mondo ci sono sempre più laureati di conseguenza i posti di lavoro sono sempre meno. POi vedi che chi fa un reality show prende 5000 euro a sera per dire quattro puttanate e capisci che l'Italia è un paese dei balocchi.
Quoto Tommy.
RispondiEliminaE che la preparazione non sia inferiore mi sembra empiricamente evidente, anche nell'ambito di discorsi banali. In nessun modo, in-nessun-modo, un giovane di oggi si mostra meno intelligente, capace o preparato di tutti quei dannati vecchi rincoglioniti aimieitempi, anzi.
Stupendo!
RispondiEliminaGrazie mille per il commento, CIAO!!! :-D
P.S. Comunque il numero di laureati mi sembra destinato a calare naturalmente con le prossime generazioni; bene o male il problema rientrerà.
RispondiEliminasecondo me il punto fondamentale è quello del lavoro - ha ragione sciuscia, il lavoro è poco e ti fanno guadagnare un cazzo, anzi, sembra ti facciano un favore a dartene uno. io ho studiato all'estero e vorrei tornare in italia, ma vediamo come va: se dopo sei mesi il massimo che ho trovato è un cococo di merda a 200 euro al mese torno a fare il disoccupato in germania, che mi danno di più di assistenza.
RispondiEliminaw la figa, sempre e comunque.
claudio
Minchia l'ho letto tutto, anche se pensavo che mi rugasse il cazzo dopo aver visto la lunghezza del post.
RispondiEliminaMi sono laureato con un voto di merda alla triennale di ingegneria informatica, sono uscito dopo 5 anni e ho trovato un lavoro sotto casa che mi frutta quasi 1.300 € al mese.
Perchè? Perchè un mio amico ci lavora e mi ha detto che cercavano periti informatici.
Ora con la laurea mi ci pulisco il culo ma mangio in testa allo stronzo che fa 150 km.
Ah, mi hai fatto ridere un bel po' con le anguille
io son convinto che anche con 110 e lode in Italia oggi sei una merdaccia e consiglio sempre di andarsene all'estero appena appena se ne ha la possibilità.
RispondiEliminaEssendomi laureato con un voto non eccelso 12 anni fa, mi sono subito accorto che il mercato del lavoro è un'altra storia rispetto all'Università: molti miei colleghi con voti più alti, hanno trovato molte più difficoltà rispetto al sottoscritto.
RispondiEliminaConosco 110 e lode che hanno difficoltà abnormi a rimanere in un posto di lavoro più di 2 mesi filati, non è solo questione di competenze, ma di flessibilità e di sfruttare tutte le opportunità che ti si presentano davanti, anche se una di queste è passare dall'inferno rimanendoci un paio di anno a soggiornare.
Sono partito con un Co.co.co e adesso, diciamo, non me la passo male (anche se con il contratto con la d davanti, in fondo resto sempre un precario, di lusso, ma un precario).
Certo che se poi non ti vuoi spostare o cose simili... saluti.
Io dico sempre che per trovare un nuovo lavoro fuori dalla Grande Multinazionale Bastarda ci potrei impiegare più o meno 3 mesi (a parità di condizioni), ma se volessi scegliere una determinata zona, mettiamo anche Milano, potrei rimanere disoccupato per anni.
La filosofia del laureato moderno deve essere "si va dove il lavoro c'è", pensando di cambiare almeno 4 o 5 aziende prima di trovare qualcosa di decente (senza andare alla cazzo, si intende).
Cavolo che pippone che mi è venuto fuori... mi scuso... attimo di imbarazzo...
Cordialità
Attila
Attila, concordo sul fatto di spostarsi. Qui in Germania, per esempio, avranno anche poca disoccupazione, ma almeno fino ai 30/35 anni cambiano città in cerca di lavoro come fosse niente. E non dico da Roma andare a Latina o da Venezia andare a Treviso. Si spostano di 500/600 chilometri alla volta.
RispondiEliminaPoi chiaramente quando si sposano e arrivano i figli è un altro discorso.
Invece da noi leggi Repubblica e vedi la storia di una giovane avvocato, che si è specializzata in diritto internazionale, ha lavorato per l'UE, e si lamenta che in Italia non la prende nessuno.
Perché lei voleva stare a Lecce. Con tutto il rispetto, ma se sei un genio di diritto internazionale che cosa mai troverai a Lecce? Andrai a Strasburgo, o Londra, o New York. Chiaro che a Lecce non trovi lavoro...
Vabbè, ma la tua uni non fa testo, avrei voluto questo post scritto da qualcuno che fa un uni seria. U.U
RispondiEliminaE la mia che ha di poco serio? A parte l'ingegneria, intendo.
RispondiEliminaConoscere qualcuno e trovare lavoro. Non ci sono cazzi. Ora funziona così 2 volte su 3.
RispondiEliminaIo la vivo ancora l'università e sono anche nel mondo del lavoro.
RispondiEliminaSono scoraggiata perché pensavo che laureandomi in scienze politiche e fare poi la specialistica di lingue straniere per la cooperazione internazionale insomma fosse una figata della madonna, che avrei viaggiato, che avrei sfoggiato la mia conoscenza di 4 fottutissime lingue, che avrei guadagnato soldi, poi mi sono trovata a vedere persone laureate che avevano contratti di una settimana sostituzione maternità come commesse da Zara e avevano 2 lauree più un master ma non riuscivano a trovare nel loro settore. Così mi son detta: troviamo un lavoro per uscire dalla merda che è casa mia, ma non più il lavoro part time ma quello serio che mi dia la possibilità di crearmi un futuro, accantoniamo un attimo gli studi per poi riprenderli.
So che ci metterò più tempo così ma la mia priorità è rimanere meno tempo a casa dai miei e iniziare a fare la mia vita di sacrifici e responsabilità e indipendente, la laurea non è più il mezzo per trovare il lavoro dei miei sogni che non esiste ma è una cosa mia personale, una cosa che ho sempre voluto e che avrò. La faccio per me senza ambizioni di alcun tipo.
I sogni di lavori fighissimi, viaggi in giro, soldoni e ruoli importanti sono lontani, non per questo non ci proverò intanto parto con cose piccole che posso permettermi di raggiungere.
Volevo fare l'ambasciatrice o la traduttrice, m'han detto!
A proposito, articolo illuminante:
RispondiEliminahttp://it.finance.yahoo.com/notizie/Quello-che-i-responsabili-yfin-1956177225.html?x=0
Interessante.
RispondiEliminaBeh, non ho mai dubitato per un secondo che quelli delle HR siano perlomeno inaffidabili (eufemismo coperto di ambrosia).
RispondiEliminaScusa Mesic, non voglio farmi i fatti tuoi e te lo chiedo solo così, come si fa nei blog.
RispondiEliminaMa se uno ha il master in cooperazione internazionale e poi fa il commesso da Zara, mi vengono dei dubbi. Cioè, passi per chi come me ha una laurea di merda e fa quello che può, ma non ci posso credere che chi sa 4 lingue e ha un master non trovi niente di meglio che Zara.
Ovviamente nessuno ti viene a cercare, e molto probabilmente se abiti in provincia di qualcosa difficilmente troverai lavoro. Però probabilmente, laurea o non laurea, non hanno fatto come hai fatto tu: cominciare a lavorare e fare esperienza, che è la cosa che conta di più.
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiEliminaOgni volta che leggo articoli del genere penso al fatto che mi sto laureando in scienze politiche e il massimo a cui potrò aspirare, probabilmente, saranno 5 anni di sogni e poi un lavoro del cazzo in qualche ufficio del personale...
RispondiElimina...Poi penso che ho anche un diploma di perito informatico e rido diabolicamente. Sì vabbè, sto facendo questa uni proprio perchè voglio sognare tutt'altro lavoro rispetto a quello di informatico, visto che il mio futuro da perito me lo immagino intorno ai 40 anni a spararmi in bocca dopo una crisi mistico-esistenziale, ma almeno un lavoro per andare in depressione ce l'avrò, io. Mica come gli altri che si devono deprimere senza neanche i soldi per gli anti-depressivi, o per comprarsi una pistola.
Quoto in pieno sciuscia!
RispondiEliminaIo ho dovuto fare 57 esami in 5 anni... e' stato un calvario! Molto spesso avevo due esami lo stesso giorno o quello dopo e quasi sempre 2 a distanza di 3 giorni! E' vero che noi siamo più preparati dei nostri colleghi inglesi ma e' anche vero che loro si laureano a 21 anni... Io sono laureato in informatica specialistica con 110 e lode , durante la laurea ho lavorato (co. co. co.) per quasi 3 anni presso il laboratorio di realta' virtuale della mia facolta', collaborazione che e' continuata anche dopo la laurea con il dottorato (con borsa) che ho abbandonato dopo 1 anno. Ora lavoro come programmatore di videogiochi: i miei colleghi inglesi hanno 25 anni con gia' 4 anni di esperienza lavorativa alla spalle ma non sanno chi sia alan turing o cosa sia un problema np-completo. Molti sono dei dementi, ma si beccano anche quelli molto in gamba. Quindi secondo me il loro e' comunque un vantaggio (laurea presa a 21 anni), poi ovviamente se non te ne frega un cazzo della materia che stai studiando... in italia qualcosa in testa te la ficcano a forza ma in entrambi i casi (Inghilterra e italia) stai perdendo tempo.
Sono millenni che ci si lagna del presente rispetto al passato.
RispondiEliminaNon siamo in pericolo.
E perché questo millennio dovrebbe essere diverso? =P
RispondiEliminaAbbiamo un problema relativamente inedito; chiaro che non è una tragedia.
Grazie a questo post ho capito che voglio laurearmi in ingegneria genetica, e creare animali elettrici.
RispondiEliminaHo già il nome della mia futura eletrizzante creatura, signore e signori... PIKACHU!
Ahhh l' originalità. Me la invidiano tutti.
@Andrea: Magari lo facessi...ho sempre sognato una pecora elettrica. ;)
RispondiEliminaChapeau, Anonimo, chapeau.
RispondiEliminaOk, premetto che mi sono laureato con un corso di laurea altamente farlocco, ovvero Scienze della Comunicazione. Che se avessi studiato Storia della Confusione nel Dopo Sbronza era la stessa cosa. Sta di fatto però che presentando la mia laurea l'unica cosa che chiedevano è se avessi fatto un master. Costosissimo. Ora, se rendi l'università accessibile a tutti, ma poi quello che conta è il master costosissimo per me puoi anche morire. Avere una università accessibile a tutti e non farla valere un cazzo equivale a non avrela st'accessibilità. Detto questo Storia della Confusione nel Dopo Sbronza l'ho studiata da autodidatta.
RispondiEliminaLa domanda e l'offerta di lavoro sono in linea generica regolate dal mercato. Per esempio un mio cliente con la terza media fa il manutentore di impianti di riscaldamento (cfr spazzacamino) ecco, spaccandosi il culo ed ingegnandosi cmq guadagna sui 4000 euro al mese e non è il solo. Non vi sembra giusto che uno così guadagni 4 volte un laureato in scienze varie, a me si perchè è almeno 10 volte piu' necessario. Che poi certe facoltà fossero farlocche lo si sapeva dall'inizio, non lamentiamoci poi e non è vero che sono tutte uguali che a parte il momento di crisi attuale quando ho finito nel 2004 il problema di cercare un lavoro non l'ho certo avuto e senza nemmeno raccomandazioni anche se sono stato anche lontano da casa.
RispondiEliminasalutos
M.V.
da Mesic ''Io la vivo ancora l'università e sono anche nel mondo del lavoro.
RispondiEliminaSono scoraggiata perché pensavo che laureandomi in scienze politiche e fare poi la specialistica di lingue straniere per la cooperazione internazionale insomma fosse una figata della madonna, che avrei viaggiato, che avrei sfoggiato la mia conoscenza di 4 fottutissime lingue, che avrei guadagnato soldi, poi mi sono trovata a vedere persone laureate che avevano contratti di una settimana sostituzione maternità come commesse da Zara e avevano 2 lauree più un master ma non riuscivano a trovare nel loro settore'' MMMM a me mi sarebbe puzzato subito che era una laurea farlocca. M.V.
Bel post.
RispondiEliminaFrancamente in un mondo come il nostro, uno come me, che cambia nazione ogni due per tre, guadagna il doppio del 90% dei laureati, e questo non (solo) per una questione di competenze, ma sopratutto perchè, da che mondo e mondo, l'uomo è nomade, e cerca posti vergini da sfruttare.
Posti vergini che finiranno, prima o poi.
Grazie mille anche per il bel commento di oggi :-D
RispondiEliminaCIAO!!!
il politici mi fanno ridere parlano di università che non prepara al lavoro e loro non si occupano minimamente del lavoro, quindi l'università dove dovrebbe mandarli i laureati?!?!?
RispondiEliminaIo l'ho sempre sostenuto che i laureati italiani sono i migliori del mondo.
RispondiEliminaE questo considerando anche come ci si laurea a Sud del 38esimo parallelo: cioe' nella nostra magnifica Terronia.
E ho anche sempre sostenuto che i laureati britannici sono ignoranti come capre: bravetti/bravini nel "field" assai circoscritto della loro specializzazione; semi-analfabeti in tutto il resto. Perfino nella lingua madre che gli Italiani laureati che emigrano all'estero parlano e scrivono assai meglio di quasi tutti gli indigeni anglosassoni delle albioniche Universita' a 9 mila sterline all'anno. Nove mila sterline all'anno da restituire, dopo il prestito democratico fatto da quel governo democratico che ha a cuore l'accesso democratico all'ISTRUZIONE SUPERIORE, in comode rate mensili proporzionate al reddito di quando si comincera' a lavorare.
Cioe' si comincia a lavorare indebitati per circa 50 mila sterline (i laureati in Medicina).
Naturalmente, dopo la laurea, se vuoi mettere su famiglia, devi anche comperarti la casa, ma siccome sei gia' indebitato per 40/50 mila sterline che devi rimborsare in comode rate mensili, COL CaZZO che ti fanno un mutuo decente e "affordable", cioe' che te lo puoi permettere.
Quindi cominci una vita di stenti e dopo un po' di miseria NERA emigri sotto le spoglie di "espatriato" in paesi anglofoni assai piu' civili di quello della Regina, anche se non capiscono il tuo accento del cazzo (specie se vieni dal sottosviluppato "Nord").
Adesso capite perche' in Inghilterra studiano in pochi, quelli che studiano emigrano in cerca di lauti stipendi e al loro posto arrivano decine di migliaia di Italiani laureati, disoccupati e intelligentissimi che pur di stare vicini alla mamma e di praticare un po' l'inglese se ne vanno a vivere in quel buco di culo raccontando a tutti la balla che la terra di William & Kate e' un paese democratico e civile: "un paese che ancora non ci credo!"
'Sto Cazzo !!!!
Sul futuro della gente non si può generalizzare, non tutti i laureati in economia diventano amministratori delegati o direttori generali ed i motivi li dovreste intuire da soli.
RispondiEliminaOra ognuno deve cercare di sfruttare al meglio le proprie caratteristiche e trovarsi una collocazione.
Ad esempio, il chiacchierone pallonaro che non ha difficoltà ad intrecciare rapporti interpersonali, nel mondo imprenditoriale ha la sua bella collocazione e vale il 10% dell'intera commessa che riesce a portarla a casa grazie alla sua dote (purtroppo molto apprezzata dagli umani)
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiEliminaSEI UN GENIO
RispondiEliminaGrazie grazie anche per il commento di oggi :-D
RispondiEliminaCIAO!!!
Indovina chi ha scritto questa farloccata di merda:
RispondiElimina"Adesso Oriana Fallaci, la pasionaria della pulizia etnica, la staffetta partigiana che vuole le deportazioni di massa, l'antifascista che difende gli amici di Pinochet, si ritrova sotto processo per "vilipendio della religione"..."
Ma si, e' il terroncello farlocco di Bari: il Mastroviti: quello che da' le bacchettate sulle dita agli altri farlocchi perche' non sono farlocchi scemi come lui.
è il mercato,bellezza!!!!
RispondiEliminam.v.
Per favore, m.v., le citazioni anglosassoni citiamole in anglosassone. Che sennò fa brutto.
RispondiEliminaScusate ma a me l'università italiana non pare 'sto gran che...
RispondiElimina"Che le nostre università facciano il coolo a tutti è conclamato. La nostra preparazione generalista, almeno per quanto riguarda il mio campo di studi, ci rende più versatili e pronti a situazioni impreviste di chiunque altro. L'ingegnere italiano non è uno stronzo che sa tutto di un certo settore, è uno che si ingegna ("ingengere", dice nulla?) a risolvere un problema. In de iùèsséi, per dire, mica si laureano in Ingegneria Meccanica, no. Loro diventano "ingegneri ferroviari". Normale che si presenta un italiano che sa fare le divisioni a due cifre, e scoccia gli ossi a quello che sa tutto di bulloneria e saldatura a filo e niente del resto."
Questa è fantascienza...
E molti laureati in ingegneria che conosco non le sanno fare le divisioni...
LoL
RispondiEliminaIn effetti su alcuni che conosco il dubbio m'è venuto.
Io ho mollato gli studi in Tossicologia a Cagliari al terzo anno quando mi mancavano pochi esami per correre a Canicattì ad intraprendere il corso di Scienze Della Puttana Di Tu' Ma'. E guadagno 5000 euro al mese.
RispondiEliminaMuori d'invidia, Sciuscia :D
Comunque concordo su tutta la linea. Specialmente sugli squali elettrici, mi hai fatto morire.
Bravo!
Maroc
I cervelli in fuga dall'Italia sono sempre piu numerosi questo è un pessimo indice di cattiva università e poco sviluppo.
RispondiEliminaAnche se sono passati alcuni giorni, ci terrei a dire una cosa. La prima distinzione da operare è tra facoltà umanistiche e scientifiche. Umanistiche: Giurisprudenza è piena di ostacoli, ma per superare gli esami basta essere sufficientemente idioti da imparare tutto a memoria per vomitare 30 e lode che è una bellezza; così economia e scienze politiche; ma prendiamo Lettere, per esempio. Parlo per esperienza personale: i grandi professori, quelli con due coglioni così, sono inarrivabili. Neanche studiando 40 anni arriverei al loro livello culturale, alla loro preparazione. Perché sono fottutamente bravi e preparati. E quando va male sono colti, cosa che noi non saremo mai perché siamo abituati ai fottuti compartimenti stagni. Il sistema universitario italiano fa cagare il cazzo, evitiamo stronzate del tipo che siamo i numeri uno solo perché 9 università americane statali su 10 ci invidierebbero la filiale di Scienze della comunicazione di Vibo Valentia. L'Università non prepara, non educa, non forma: né dal punto di vista teorico, ne critico. Ora, veniamo alle facoltà scientifiche come Ingegneria: chi ci studia si fa un culo così, perché il livello è alto, gli esami sono tanti e gli esami sono difficili. E veniamo al dunque: chi esce da queste facoltà con il 110 e Lode o è un genio, oppure è un povero stronzo che ha gettato nel cesso gli anni migliori della sua esistenza, dando la vita a qualcosa che non ricambierà, in futuro. Voi affidereste qualunque cosa a un laureato con lode solo in quanto laureato con lode? O è meglio uno in gamba, che magari finisce con due anni di ritardo e si laurea col 95 ma cazzo, sa come si vive? La meritocrazia viene oggettivata attraverso paradigmi totalmente errati, ne consegue che il nostro concetto di meritocrazia è errata e il punto su cui concentriamo le nostre lamentele non è quello giusto. L'unica soluzione è disertare in massa le università, che vanno ripensate da capo. Totalmente.
RispondiEliminaDimenticavo una cosa, la più importante: da quanti anni tritano la uallera con la storiella che Medicina dà lavoro garantito e immediato? 5000 euro al mese subito, poi pratichi già da dopo la laurea, e altre seghe del genere. Bene. Qualcuno sopra diceva che non ci sono posti, e spesso è ciò che penso anch'io, mi dico: ma chi cazzo li deve pagare, 'sti milioni di laureati che escono da queste università di merda? Ma il precariato dei medici dimostra il contrario: come cazzo fa a mancare il posto in un settore come quello medico-sanitario? Che quando vai dal medico per una ricetta per tua nonna ti puoi portare dietro 32 numeri di MicroMega per passare il tempo? Dire che non c'è posto è una mezza verità, dietro a cui si cela una ben più tragica precarizzazione premeditata. Come formi i ragazzi a un lavoro precario? Precarizzando ogni ramo della loro possibile formazione: scuola elementare, media, superiore, fino all'Università che sta per essere divelta nelle fondamenta. Se l'Università formasse davvero, non ci troveremmo in questa situazione. Ma in fondo, a lamentarsi sono gli stessi che trovano ganzo che la coca del bar sotto casa abbia lo stesso sapore di un Mc di Phoenix, o che stimano i muratori ma mai farebbero quel lavoro. Il liberismo ha fallito, signori. E' tutto qui. Non si può sostenere un sistema i cui componenti pretendono di avere uguali diritti per decreto divino: ci sono le persone stupide e le intelligenti, le oneste e le merde, quelle con talento e senza talento, pregne o prive di senso critico. Dobbiamo semplicemente imparare a capire che ognuno al mondo ha il suo posto, e non tutti possono anelare a fare il direttore delle Poste Italiane. Se accetti il modello capitalista in ogni sua ramificazione, anche inconsapevolmente, devi accettare questo mondo di merda e adeguarti. Basterebbe accettare di essere tutti un po' più poveri. Ma è troppo difficile e fa comunista.
RispondiEliminaBella riflessione. Passa più spesso, devo alzare il livello culturale di questo blog, che il 98% dei lettori sono delle capre.
RispondiEliminaPassa pure tu, se vuoi. Basta cliccare. Che poi mica ho capito cosa cazzo studi.
RispondiEliminaIngegneria civile.
RispondiEliminaGiusto. C'era scritto. Come mio cugino. Sticazzi.
RispondiEliminaRingrazio un amico che mi ha mandato il link a questo post, davvero geniale e divertente... molto veritiero direi... sfortunatamente veritiero...
RispondiEliminaComunque ne approfitto per segnalarvi un'iniziativa che sto portando avanti da ormai un paio d'anni (assieme a un gruppo di una ventina di persone), che si sta concretizzando in una pubblicazione e in un sito internet.
Si chiama Goodbye Mamma, é un "metodo", un supporto a chi ne ha le palle piene, per lasciare l'Italia e provare nuove realtà. L'idea é quella di dare una mano a chi se ne vuole andare tramite un network di persone che sono già all'estero.
se vi interessa darci un'occhiata: http://www.facebook.com/?sk=inbox&action=read&tid=f0ed11c0a8d24adc8a54f36d019b7ef2#!/home.php?sk=group_133627603369325&ap=1
e la nostra pagina: http://www.facebook.com/GoodbyeMamma
l'universita' italiana offre una delle migliori preparazioni al mondo, fattelo dire da uno che lavora all'estero. il problema e' che poi vale meno che zero per chi ti deve assumere.
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