25 marzo 2010

Le interviste di Sciuscia: essere disgustoso*


La rete di marchette che uno come Sciuscia può vantare è assolutamente inimmaginabile da voi poveri ed ingrigiti impiegati che siete lì a cliccare nella speranza che qualche blogger dal sagace umorismo pungente risollevi la vostra triste giornata facendovi fare quattro risate.

Sciuscia è in grado di avvicinare i personaggi più in vista dello star system, le rock star più trasgressive, i politici più puttanieri.


Eccovi quindi un'altra puntata di "Le interviste di Sciuscia", la rubrica nell'ambito della quale incontro V.I.P. di ogni sorta e sviscero la loro vita privata con le domande piccanti ed invasive che piacciono a voi, pubblico voyeur e gossip-dipendente che vuole fingersi alternativo e non interessato a vacuità e pettegolezzi.
 
Purtroppo, oggi intervisterò uno dei bambini down che addestro come manichini per crash test - un'attività molto redditizia, lasciatemi dire.

Naa, sto scherzando! Il bambino down ci sarà nella prossima puntata. L'ospite di oggi è invece il famoso blogger promotore della gerontofilia pedofila, essere disgustoso*.

Il celebre logo di essere disgustoso*
in edizione sgranata

 

SCIUSCIA: - Ciao ed*, e benvenuto negli studi di "Satira Sciusciesca". Credi di essere pronto per cominiciare la nostra intervista, o devo aspettare che finisca di toglierti lo sporco dalle dita dei piedi?

ed*: - Un attimo. Ora possiamo cominciare. No, un momento. Ok. No. Sì. Scusami, è che era da molto che non mangiavo emmenthal. E va bene: la verità è che solo lo stato laico sa quanto adori realizzare interviste sgranocchiando occhi di pernice. Ora possiamo iniziare.

SCIUSCIA: - Ah, lo stato laico. Qual è per essere disgustoso* una giusta idea di laicità?

ed*: - Stufi, arcistufi, vescovi, arcivescovi. Superstizionismo storico pregno di alternità identitaria, uomini precursori che però adesso dovrebbero, persecutori di uomini, utilità di deframmentazione dischi. E tutto questo porta la gente media a... cioè, a dire che la gente media è stufa e arcistufa di vescovi e arcivescovi. Perdonami la sequenza di locuzioni sconnesse ma, in realtà, è la prima volta che mi intervistano e mi chiedevo cosa si provasse a rispondere come Asia Argento. E adesso mi sento come un'attrice mediocre che, alle soglie dei quaranta, si ritrova con un figlio avuto dal nipote tossicodipendente di Luigi Tenco.

SCIUSCIA: - Visto che hai citato implicitamente Morgan, e dio sa quanto io ami le citazioni implicite (almeno quanto il bukkake, sicuro), ti va di dirmi cosa ne pensi della sua recente esclusione da Sanremo? Era giusto che un tale esempio negativo per i giovani venisse messo sotto la luce dei riflettori, o in effetti Valerio Scanu era già abbastanza?

ed*: - In realtà non mi stavo riferendo a Morgan ma al rottweiler di Go Go Tales. In ogni caso, a proposito della sua esclusione, non posso che dirmi d'accordo: quando per ottenere notorietà ti riduci ad accoppiarti con una mediocre attrice sifilitica concordo con chi ti ritiene un pessimo esempio per le generazioni future. Riguardo a Morgan, invece, non mi esprimo sulla tossicodipendenza altrui ma tendo a giustificare chi assume sostanze stupefacenti al fine di incrementare le proprie capacità: sostenere il contrario significherebbe rinnegare i valori fondanti della cultura occidentale contemporanea, il ciclismo su strada, la musica dub. E un paio di ministeri.


SCIUSCIA: - ...leggo una velata critica all'attuale governo?

ed*: - Quale critica?

SCIUSCIA: - Quella del cibo per gatti avariato che usi per cucinare. Parliamo della tua vita privata, ed*: qual è il tuo rapporto con le donne, ammesso che tu ne abbia mai avuto uno? Uno carnale, intendo. 

ed*: - E' da un po' che sto cercando di smettere con il sesso ma dopo un discreto numero di esperienze credo di aver imparato qualcosa: mai, e dico mai, mai andare a pisciare ubriachi con una sigaretta accesa in mano. Mai. E ti dirò, tra l'amore con una donna e l'amicizia con un uomo preferisco la seconda: tra amici si può ingrassare. Eppure alcuni credono che questo mio pensiero sia dovuto ai postumi della mia parentesi omosessuale nella metà degli anni '90. Ehi, non guardatemi così: erano i tempi di Ice Mc e dei Right Said Fred. A dire il vero diventai omosessuale perché, da ragazzo, un professore ci disse che odiare minoranze sessuali altro non era che un modo per nascondere la propria omosessualità repressa. Così, per nascondere ancora meglio la mia omosessualità repressa, iniziai a picchiare gay, transgender e Lele Mora. Qualche mese dopo si venne a sapere che anche quel professore era omosessuale e, sentendomi ingannato, cambiai strategia: per nascondere meglio la mia omosessualità repressa, dimostrando che non avevo nulla da nascondere, diventai omosessuale, e non sentii più parlare di omosessualità repressa. Ma credo che mi stia dilungando troppo. Gradisci un occhio di pernice?

SCIUSCIA: - Cercare un rimando alla prima battuta è un pessimo tentativo di imitare qdg. Ora che ci penso, potresti essere tu qdg. Sei qdg, ed*?
 
ed*: - Se per imitare Q intendi utilizzare le tecniche umoristiche dei grandi autori satirici di tutti i tempi, da Aristofane a Rabelais, da Hicks a Bagnasco, forse hai ragione ma i contenitori sono da sempre a disposizione di tutti: il difficile sta nel riempirli. Ovviamente non sono l'unico a poterne usufruire e tendo a considerare quei contenitori patrimonio universale a disposizione di tutti. Che è anche lo stesso motivo per il quale scopo cani di media taglia e baffute ciccione emarginate. Sarei dunque bugiardo se non affermassi che hai appena detto una cazzata così grande in confronto al quale l'ego di Berlusconi sembra il pisello di Bondi. Oppure potrei dirmi d'accordo con te e affermare che imiti pessimamente Emix per via della tua nuova fissa per le interviste ma queste, così come il rimando a battute precedenti, la tecnica del malinteso, l'interlocutore immaginario... non sono proprietà intellettuale di alcuno. Entrando ancor più nel particolare, come ci spiega Luttazzi in Barracuda, è una struttura umoristica assodata quella di inserire un tormentone in un testo comico: come giustificare altrimenti gli attentati alla democrazia nelle dichiarazioni di Di Pietro? Riconosco che spesso abuso di tale tecnica ma c'è gente come Michele Serra che grazie a questa sta pagando l'università ai propri figli scrivendo lo stesso pezzo da quindici anni. In conclusione la risposta alla tua domanda è no, non sono Q. Sono Luca Barbareschi. E, va da sè, se non impazzisci per i calli puoi sempre rosicchiarmi il durone tra l'alluce e l'illice: proprio qualche giorno fa ho aperto un interessante varco tra le pelli morte.

SCIUSCIA: - Questa me la sono cercata. La battuta su Bondi, intendo: credo che sia un ministo troppo poco dileggiato, se si considera che razza di burroso servo voltagabbana prezzolato sia. D'altro canto, è un fine poeta. Tu ti diletti di poesia, ed*? E se sì, sei Bondi, oltre che Barbareschi?
[*Si rivolge al pubblico: sapevate che le dichiarazioni di Bondi e Barbareschi possono essere ascoltate assieme con le parole in shuffle senza rilevante perdita rispetto al significato originale?*]

ed*: Non sopporto la poesia, né i poeti: quando ero piccolo il postino mi molestava e, da allora, non ho voluto saperne più niente di Neruda. Riuscii a scrivere una manciata d'irripetibili poemetti anticlericali soltanto durante gli ultimi anni delle superiori ma solo allo scopo di accattivarmi le simpatie del professore di fisica. Ho scritto anche un romanzo: due anni di lavorazione che mi sono costati sudore, salute e diversi inviti a comparire per scrivere il libro della mia vita. Ed è uno schifo. Inoltre, come Fazi editore mi ha fatto sapere, è di difficile collocazione editoriale. Eppure credevo di aver scritto un numero sufficiente di pompini e depravazioni per uno che pubblica Melissa Panarello ma, probabilmente, mi è mancato quel pizzico di pedoperversione in più. La stessa scusa che utilizzarono per cacciarmi dal seminario. Motivo per il quale non posso essere Sandro Bondi.

SCIUSCIA: - Ma sappiamo come tu sia uno stimato autore. Quali sono i tuoi progetti artistici futuri? Zoofilia a parte, intendo.

ed*: Nei prossimi due mesi sarò a Londra per farmi ricrescere le unghie dei piedi e, al mio ritorno, mi prenderò una pausa: io e il nonno materno vogliamo avere un bimbo. Non importa di chi.

SCIUSCIA: - Ah, in tema di bambini, qual è la tua posizione sull'aborto? E, in tema di aborti, qual'è la tua posizione sull'ultimo film di Muccino?

ed*: Francamente non me la sento di affrontare con leggerezza temi così delicati per la pubblica opinione. In riferimento all'interruzione di gravidanza, invece, prima di dire come la penso occorre una di quelle premesse tanto gradite alla demenza senile di Eugenio Scalfari. Il nostro è un paese pieno di contraddizioni: cattolici ma amanti del sesso orale, fascisti ma democratici, magnati televisivi ma presidenti del Consiglio. Veltronianamente parlando, come siamo la nazione dei Roberto Baggio ma anche degli Inzaghi, incarniamo le nostre incongruenze in costante bilico tra invettive ecclesiastiche e necessità di cultura occidentale: siamo la nazione della Chiesa ma anche quella di Marco Pannella e, dunque, sono per il compromesso che si traduce nel sì alla libertà individuale ma senza dimenticare valori e tradizioni che, in tema di interruzione di gravidanza, consiste nel diritto all'aborto di ogni donna così come ogni uomo ha diritto di picchiare la propria donna affinché abortisca.

SCIUSCIA: - Siamo davvero agli sgoccioli, ed*, se superiamo le dieci domande ci censurano in base alla legge sulla par condicio. Hai un messaggio da lasciare ai nostri lettori, prima che lo spazio tempo collassi su sè stesso risucchiandoci in un buco nero collegato con un'altra dimensione in maniera tale che le stronzate che sto sparandao assumano un valore scientifico?

ed*: No. O meglio, lo farei ma ho appena terminato gli occhi di pernice.

(Si ringrazia la commissione di controllo per la libertà vigilata per aver permesso ad ed* di rilasciare ques'intervista.)



22 marzo 2010

La bugia di Stefano (vecchio racconto)



In questi giorni ho davvero poco, pochissimo tempo per stare dietro al blog.
Sapete com'è: i preparativi per il matrimonio, il lavoro, lo studio, attaccare la magistratura comunista.

Però, per dimostrarvi che ci tengo ai miei fedeli lettori sempre pronti a leccare il mio culo peloso a prescindere da quali stronzate io scriva, vi posto un vecchissimo racconto scritto in età tardoadolescenziale. Che di tempo per scrivere roba nuova, proprio non ce n'è, accontentatevi degli sproloqui di un giovane Sciuscia.


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Stefano e Laura erano soli in macchina. Nella macchina di Stefano - per forza, Laura non aveva la patente. Anche se, a pensarci bene, avrebbe anche potuto trattarsi della macchina della madre di Laura, presa di nascosto e guidata da Stefano. In effetti, un piano era già in atto in questo senso, ma questa storia si dipana per un’altra via che in questo momento non ci interessa. Ci interessano Stefano e Laura, soli nella macchina di Stefano, parcheggiata in una stradina snodata tra le colline.

Stefano e Laura si conoscevano solo (o già) da due settimane.
Erano soli nella macchina di Stefano, parcheggiata tra le colline, e si stavano baciando.
Stefano staccò le sue labbra da quelle di Laura e rimase a guardarla come un ebete. Stefano guardava come un ebete la ragazza che gli stava a fianco e che conosceva da due settimane. Passarono un paio di migliaia di anni, che l’orologio di bordo della macchina di Stefano quantificò in un minuto: il ripetersi, per sessanta volte, di un secondo.
Fu allora che Laura disse: "Ma che hai da guardare?!" Stefano mantenne la sua posizione da ebete, inebetendosi forse una stilla in più di prima. Laura si spazientì - Laura si spazientiva sempre in circa otto secondi - e disse con voce sommessamente squillante, un voce che solo lei aveva: "Ehi, sveglia! Perché mi guardi?!".

La domanda risuonò come una martellata nel timpano di Stefano, che aveva passato momenti migliori a bordo della sua macchina. Momenti come quando aveva bruciato un sedile con la caccola di una canna, ora gli apparivano infinitamente positivi, rispetto al dover rispondere a quella domanda.
Perché, in verità, Stefano non sapeva la risposta. Circa un mese dopo, avrebbe avuto la risposta, ma questa è ancora un'altra storia, che, come prima, non ci interessa. Ci interessa Stefano nella sua macchina posteggiata tra le colline, che deve rispondere ad una domanda difficile.
Non poteva rispondere con intelligenza – non che non fosse intelligente, ma era proprio che l’intelligenza non c’entrava. D’altra parte, non poteva rispondere con la verità, poiché non la conosceva.

C’è un qualcosa di ironico nel modo in cui, spesso, non riusciamo a trovare il motivo delle nostre azioni. Questa è la stupidità umana: voler cercare per forza una motivazione razionale ad azioni intraprese senza la minima ombra di razionalità.

Comunque, la situazione era affannosa per Stefano, che non sapeva risolversi a dare una risposta alla domanda che una impertinente diciassettenne gli aveva appena posto con un’aria tra il divertito, l’annoiato ed il canzonatorio. Chissà, pensò Stefano, se Laura era consapevole del vicolo cieco in cui era riuscita a cacciarlo. Con tutta probabilità, assolutamente no: era stata solo una domanda, posta innocentemente, legittimamente, e dalla risposta impossibile.

Ma oramai il tempo a disposizione di Stefano - otto secondi, ricordiamo - era scaduto: serviva una risposta. E allora, non gli venne in mente che una bugia elegante, un complimento. Stefano rispose: "Ti guardo perché sei bella."

Un complimento falso, come ci insegna Dostoevskij, è molto più efficace della verità, che viene sempre presa con sospetto.
Intendiamoci, non che Laura non fosse bella, anzi. È solo che, in quel frangente, Stefano disse una bugia.

Laura lo ascoltò, sorrise e lo baciò.
Stefano riavviò il motore della sua macchina e si avviò giù per i tornanti della strada snodata tra le colline; era tardi, e Laura doveva essere a casa, altrimenti sua madre si sarebbe insospettita.

Stefano rimuginava... perché mai non era riuscito a trovare la risposta? E soprattutto, perché non aveva avuto il coraggio di dire a Laura "non so perché ti sto guardando"? Dentro di sé, una voce che veniva dalle ginocchia tremolanti gli diceva che qualcosa era cambiato, e che doveva stare attento. "Già, ma tra l’altro, perché mi tremano le ginocchia?! Mi tremano come quando sei appena scampato da un grossissimo pericolo in auto...", si chiese, un istante prima di accendere lo stereo della sua macchina, che percorreva le colline sulla strada snodata.

Il ciddì si avviò e Kurdt Cobain, dall’aldilà, iniziò a cantare "About A Girl"; Stefano pensò a quanto era felice, senza trovarne il motivo. 


[Marzo 2000] 

 

15 marzo 2010

Sulla vera storia della scoperta dell'America OVVERO revisionismo storico agli albori del Terzo Millennio



Colombo, Cristoforo; professione: scopritore di nuove vie per le Indie.
Nasce un giorno imprecisato, ma comunque antecedente al 12 Ottobre 1492, a Genova, una città della costa ligure che in seguito sarebbe stata presa d'assalto da una marmaglia di fancazzisti comunisti, che con la scusa di protestare contro un vertice umanitario avrebbero spaccato vetrine, incendiato fast food, aggredito vecchietti. O almeno, questo è quello che mi hanno detto al TG1.

Già dall'età di 7 (sette) anni, il piccolo Cristoforo dimostra un intelletto nettamente superiore alla media: infatti frega la paghetta settimanale ai suoi coetanei con il gioco delle tre carte. Qui si narra un curioso aneddoto: pare che un giorno un bambino più grande, un certo Martin Alonzo Pinzòn, gli portò via l'intero incasso della mattinata con uno strano gioco di abilità in cui si usava un uovo (il famoso "uovo di Colombo").

A tredici anni gli altri bambini incominciano a chiedersi cosa ci sia sotto il rigonfiamento che le bambine hanno sul petto, lui si chiede cosa ci sia al di là del Mare Atlanticus (o Mare Tenebrarum).

Un anno dopo, finalmente, l’illuminazione: Colombo comprende che lo scopo ultimo della sua esistenza dovrà necessariamente essere "buscar el Levante menando per el Ponente". Il giovane virgulto non conosce, però, il Volgare Italiano, e s'iscrive quindi al liceo classico, per poter alfine capire dove cazzo andare a sbattere la testa nella sua vita. E così, dopo quindici anni di studio matto e disperatissimo, diplomato con 62, scopre che è destinato a buscarle da Levante e ad essere menato da Ponente. E poi dicono che la riforma Gelmini non serve.

Visto che non riesce a venire a capo del rebus, il nostro opta per un progetto alternativo: raggiungere la Cina navigando verso occidente.
Insomma, finalmente l'intraprendente genovese sa cosa cazzo vuol fare della sua esistenza, ma si rende conto ben presto che, in Italia, e men che mai a Genova, di gente disposta a buttare i propri quattrini in una simile puttanata ne troverà ben poca.
Si reca allora in Portogallo, che gli hanno descritto come una terra di risaputi cretini. Purtroppo, una volta giunto nel paese di Joao Pinto e Rui Costa (non esistevano ancora Mourinho e Cristiano Ronaldo, NdA), si accorge subito che nessun lusitano vuol farsi infinocchiare da questa cazzata di raggiungere le Indie viaggiando verso l'America.

Ma è sulla via del ritorno in patria che avviene la svolta della sua avventura: incontra infatti, nei pressi di Madrid, il filosofo Giovanni Pico della Mirandola, che, dopo avergli offerto senza successo le proprie prestazioni orali per una modica somma, gli consiglia di rivolgersi alla Regina di Spagna, Isabella di Castiglia. E Cristoforo, perso per perso, ci prova. Sua Maestà, effettivamente, si rivela un bel puttanone, ma di dargli una nave neanche a parlarne. "Tutto ciò che avrà da Noi, Colombo" gli dice "saranno al massimo tre caravelle". In realtà, nel suo stentato Italiano, la regnante intendeva "caramelle", e, nonostante la bruttezza di questa battuta, la parola oramai era data e non si poteva tornare indietro.

Trovate le imbarcazioni (la Pinta, la Nina, l’Addolorata), al nostro amico non resta che un ultimo dilemma: quanto mai sarà lungo il viaggio? - si chiede in Braille.
Si rivolge così ad un vecchio compagno dei tempi del bordello, tale Paolo del Pozzo Toscanelli, laureando in Scienze Matematiche all'Università degli Studi di Urbino, che lo rassicura: tra Palos ed il Catai ci saranno al massimo 50-60 chilometri, 70 a stare prudenti.

Confortato dalla lieta novella, l'intrepido navigatore si affretta a comporre il suo equipaggio, che recluta tra il fior fiore della marina iberica: ladri, assassini, stupratori, Vittorio Feltri.

E così parte la spedizione del millennio.
La nave ammiraglia è ovviamente capitanata da Colombo, la Nina ha  il pilota automatico di serie, mentre a capo della Pinta c’è uno scimpanzè che ha superato tutti gli altri candidati nel test d'idoneità al comando.

Per i primi tempi il viaggio scorre senza particolari problemi, a parte quella leggerissima carenza di figa a bordo, che mette non poco in apprensione i marinai più giovani ed effeminati.
Quando però sono passati 43 mesi dalla partenza, Colombo inizia ad avere qualche dubbio sui calcoli del Toscanelli. Preso dalla sfiducia, il nostro vuole tornare indietro, ma la ciurma glielo impedisce e si ammutina, una volta resasi conto con che razza di idiota si sia andata ad imbarcare. Ed ecco che il mattino seguente, al largo s'intravede la terraferma. Anzi, no, è solo un'allucinazione dovuta alla fame. Meno male che il giorno dopo toccano terra per davvero.

Una volta sbarcato e presentatosi come italiano, Cristoforo Colombo viene subito guardato storto dagli indigeni: non c'è alcun dubbio, è in America.
Timoroso della punizione dei Reali di Spagna per non aver raggiunto le Indie, tace la scoperta e cerca di parlare in giapponese coi nativi, che ovviamente non capiscono una parola. Il genovese dice di portare la civiltà, al ché gli autoctoni si chiedono se questa "civiltà" avanzi, in Europa, visto che la esportano.

Quando sono stati uccisi abbastanza indigeni, rubati abbastanza tesori, stuprate abbastanza ragazze, Colombo può far ritorno da eroe in quel della Spagna. Peccato solo che, nei 65 anni di durata della missione, la Regina sua protettrice sia morta.
Ora, poiché i selvaggi portati  dalle Americhe non sembrano pienamente convertiti al Cattolicesimo, Colombo viene consegnato a Torquemada, l'amministratore delegato della Santa Inquisizione, che provvederà a ricompensarlo come merita.

Ma lui non è sconfitto; non del tutto, quantomeno.
Perché noi sappiamo che i Posteri si ricorderanno di questo grande uomo, facendo passare alla storia il Nuovo Mondo col nome di Amerigo Vespucci.






(pezzo escluso dall'ultimo ScaricaBile, ma non mi sono offeso)

09 marzo 2010

Santo subito, beato tra tre mesi o super saiyan di terzo livello entro un anno, per me sempre un cazzo di papa resti



Pare che per il processo di beatificazione di Carol Wojtyla (sì, proprio lui, quel tizio che amava vestirsi tutto di bianco pur non essendo ne' un panettiere ne' un membro del Ku Klux Klan) ci sia qualche problemino.

Già l'anno scorso avevano scoperto che si mandava lettere di nascosto con una sua amica polacca, e tutta la storia era slittata fino ad oggi. E meno male che non era iscritto a Facebook.
Adesso, quest'altra brutta bega che la suora francese che aveva guarito dal Parkinson, in realtà tremava per via dell'influenza.

E' proprio un peccato che stiano venendo fuori tutti questi problemi, perché in questo modo le ottime referenze derivanti dell'essere amico di famosi dittatori sanguinari rischiano di passare ingiustamente in secondo piano.

Augusto Pinochet che mette in difficoltà Giovanni Paolo II
presentandosi con un'abito più ridicolo del suo.


A ogni modo, sono cose della chiesa, quindi per me possono fare beato chi gli pare.
Anche se, certo, magari su certi nomi ci andrei cauto, per questioni di immagine. Ve lo immaginate se beatificassero Padre O'Grady, quel sacerdote irlandese che ha abusato di oltre cento bambini, tra cui una di nove mesi? Ecco, se capitasse, io sarei contento. Perché per essere beatificato devi essere morto.

Però, dicevo, sono cose loro e le gestiscono come gli pare.

Quello che invece mi urta molto i nervi è vedere come certi anticlericali vagamente sinistromani siano e siano sempre stati pronti a stracciarsi le vesti per Wojtyla, in una sorta di gara a chi si dimostra più aperto verso il simbolo vivente di ciò che dovrebbe osteggiare.
Un po' come quando Sansonetti esprime stima per Berlusconi, diciamo.

Giovanni Paolo Secondo, il Papa del terzo millennio! L'uomo nuovo, la figura di rottura col passato! L'amico dei giovani! Il chitarrista dei Megadeth! Ah no, questo no, scusate, mi era andata la testa su Dave Mustaine.

Le due tipiche argomentazioni che odio quando parlo male di John Paul 2 con qualcuno:

Argomentazione "rock star"
<<Devi riconoscere che con la sua personalità forte e carismatica ha riavvicinato alla chiesa milioni di persone.>>
Perché, avere una chiesa con meno seguaci sarebbe stata una cosa negativa..?

Argomentazione "ad homo magnificissimo"
<<Prescindendo dal ruolo di pontefice, devi dargli atto di essere stato un grande uomo.>>
Ah, ecco, è stato un grande uomo. E quando, di preciso, quando è andato in Africa a dire che la risposta all'AIDS è Gesù, quando ha sostenuto per due volte Berlusconi o quando ha dato credito a Fidel Castro?



Insomma, dai... era un papa! Un papa! Per pensare che uno possa essere buono pur essendo papa perché magari ha la faccia simpatica da vecchietto affettuoso serve di essere idioti tanto quanto per pensare che uno possa essere un presidente USA pacifista e di sinistra perché è negro.
(sotto: Obama ordina un attacco nucleare contro questo blog)



Ora, io lo so che in confronto a Ratzinger verrebbe voglia di dire che anche Pietro Gambadilegno è stato un buon papa, però cercate di mettere le cose un po' in prospettiva ("mettere in prospettiva": cazzo, questa sta bene davvero ovunque).

Giovanni Paolo Secondo era il papa, ossia il sovrano assoluto e vita natural durante della chiesa, quell'organizzazione che non è che sia poi il top del top della simpatia, soprattuto se non sei tra gli iscritti.

Giovanni Paolo Secondo era il capo di quella chiesa maschilista che non ha mai concesso il potere alle donne e che le ha sempre volute figliatrici, serve del marito e zitte.

Giovanni Paolo Secondo era il capo di quella chiesa omofoba che si è battuta contro il riconoscimento di diritti civili minimi ai cittadini omosessuali.

Giovanni Paolo Secondo era il capo di quella chiesa retrograda che ha osteggiato la contraccezione favorendo la trasmissione di malattie in nome di questioni di principio.

Giovanni Paolo Secondo era il capo di quella chiesa medievale che ha combattuto contro la scienza all'epoca della Legge 40 sulla fecondazione assistita, costringendo le coppie sterili a costose terapie oltrefrontiera.

Giovanni Paolo Secondo era il capo di quella chiesa opulenta che non paga l'ICI, non paga le tasse, riceve l'otto per mille anche de chi non lo versa tramite un legge truffa, ottiene contributi volontari detraibili, il tutto a danno erariale dei conti pubblici di un altro paese. Il Nostro, per quelli più disattenti.

Giovanni Paolo Secondo era il capo di quella chiesa ipocrita che predica povertà, modestia e carità, e contemporeanemente possiede ricchezze che sfamerebbero popoli per anni.

Giovanni Paolo Secondo era il capo di quella chiesa eversiva che non ha mai smesso di lottare contro la 194 nonosta sia il Parlamento che il Popolo avesssero deciso di volerla.

Giovanni Paolo Secondo era il capo di quella chiesa ingerente che vuole sempre dire la sua sulla vita politica, sociale e civile del Nostro Paese, nonostante sia uno stato estero.

Giovanni Paolo Secondo era il capo di quella chiesa collusa che dà spazio  e legittimità a soggetti come Comunione E Liberazione e l'Opus Dei. 

Giovanni Paolo Secondo era il capo di quella chiesa incivile che difende chi nei consultori fa violenza psicologica sulle ragazze madri.

Giovanni Paolo Secondo era il capo di quella chiesa vendicativa che si oppone al testamento biologico (ok, questa è risolta, visto che adesso hanno fatto la legge che lo vieta espressamente).

Giovanni Paolo Secondo era il capo di quella chiesa omertosa che ha coperto per decenni i preti pedofili in ogni parte del mondo.
<<Stai facendo delle generalizzazioni assurde. Non puoi dire che Wojtyla era responsabile di tutto quello che la chiesa ha fatto mentre era papa, ci sono un sacco di persone che magari sbagliano, ma questo non deve cancellare le cose buone.>>
Certo, certo, come no. Il papa non sa nulla di quello che accade dentro la chiesa, è un simpatico personaggio che passa la giornata parlando da un balcone e girando per il mondo sotto una teca di vetro antiproiettile, ignaro di ogni cosa negativa che possa mai capitare ad opera dei suoi sottoposti. Babbo Natale esiste e Jim Morrison è ancora vivo. Non vorrei mai turbare le vostre ovattate certezze.

Mettetevi in testa che l'unico papa buono non è  nemmeno quello morto, perché tanto morto un papa se ne fa sempre e comunque un altro.

Nella foto, Giovanni Paolo II a fine mandato




05 marzo 2010

Sto pensando seriamente di trasformare Satira Sciusciesca in un blog erotico



Questo mese ci sono state oltre 850 chiavi di ricerca di cui 849 a sfondo perversionale, quindi, per amor di brevità, riporterò solo le "chicche".

Via, quel che c'è da fare va fatto, sbrighiamo in fretta la pratica che tra un po' è ora di pranzo:


ragazze fanno pompini a scuola
vecchi porci
adolescenti fanno i primi pompini
bambine maiale
calci in culo
LOL
donna fa pompino al suo cane
donne con la patata da fuori
figlia pompinara
bruciamo i campi di Farmville ^_^
sega in bagno il fratello
i nazisti vincono
10 regole per vivere bene
40 cm di cazzo in gola con ingoio
a 15 le ragazzine fanno i pompini Non ci sono più i vecchi valori...
amichette pompinare
andare in discoteca sia il venerdì sia il sabato
Antonella Clerici senza cazzo non so stare

come contare i pixel in Farmville Lo stesso idiota del mese scorso
babbione vogliose
ballo il liscio rimorchiare
bambine pompinare
been laden aspetto fisico Assomiglia ad uno sceicco psicopatico che odia l'occidente. Con una barba ridicola.
bottiglia in culo maschio
cazzo sono ubriaco come una scimma ma sto bene cosi
Clooney culattone
come faccio a leccare il cazzo del mio ragazzo
come ha fatto il capo a beccarti su Facebook durante l'orario di lavoro
come rimorchiare una ragazza di 13 anni Son due volte che lo dico, prima o poi questo blog me lo chiudono per contenuti pedofili, se non la smettete di fare i cazzoni.
come si fa un bon pompino
come si vince sui calci in culo
cose che piacciono a Del Piero
donne 60 anni che scopano
e mi chiamerai Commander
è vero che Vasco Rossi odia i sardi?
escort scopabili
faccio fare a mia moglie i pompini ai miei amici
Contento tu...
faccio vedere la fica blogspot.com
fratello e sorella video porno adolescenti
racconti porci

fica pelosa vediamo come scopa
fidanzamento senza baci
Ah, l'amore paltonico!
filmato porno mentre mi inculo mia cognata
filmo mia moglie mentre scopa
troppo vecchio per rimorchiare Puoi sempre fare come Silvio ed andare a escort.
foto del culetto di Del Piero
foto iniezioni culetto ragazzo
giocare col cazzo del cavallo
calci nelle palle video o_O
giochi di Obama calci in culo
gli lecca il culo mentre dorme video
video hard figlio sborra in culo a mamma
guardare gratis il film il nonno del mio fidanzato ho capito 
cambio marce in figa Immagino le scalate in seconda entrando in curva.
come rimorchiare
ho fatto una sega al ragazzo
i centri benessere come sono classificati per i calcoli di fulminazione?
il cafone Billaden
 
teorema di Sciuscia "Fatti i cazzi tuoi e vivrai meglio"
il miglior pompino fatto da mia mamma video
immagini pompini locali
in discoteca tutti rimorchiano?
la gnocca te la dà?
Sì, ma va saputa chiedere.
mia figlia mi fa i pompini O_O
la mamma zoccola la figlia puttana
la mia fidanzata fa i pompini agli amici
la prima volta che l'ho preso nel culo porno
la ragazza rompe le palle per i videogiochi al fidanzato
mi inculo mia figlia E basta, cazzo.
le dieci regole d'oro vivere ogni giorno in libertà
leccami il culo con amore
mi fratello mi ha rotto il culo
mi sembri George Clooney dei poveri
mi vuole sborrare addosso.......che faccio? yahoo answer
ROFL
mia sorella scopa con il cane
ninfetta troietta scopata gratis
perchè le troie fanno pompini sin da piccole?
Perché certe vocazioni sono innate.
pompini troie stagionate
ragazze di scuole medie fanno pompini come troie
ragazzine che se lo fanno mettere solo nel culo
Fa piacere vedere che esiste ancora chi conserva la verginità per la prima notte di nozze.
Raoul Bova pompino
rigore Del Piero retroattivo
rivedi Uno Mattina
romantica col mio ragazzo
Te non cìentri un cazo qua.
Sanremo musica di merda 
Sciuscia è un tira pompini Ed è pure bravo.
leccare la fregna del cane e fare sesso
marito cornuto segaiolo minidotato

scopata tra amici - due amiche e 2 amici in un intrigante storia di sesso, pompini e tanta sborra
Abbiamo un fantasioso.
scopate che fanno alle scuole medie
sesso droga e merda
scopare fratellino Bastaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa
signora dice voglio farti un pompino
solo fica
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Ma so bene che non aspettate altro che di conoscere i "big" del mese di Febbraio. Ebbene, al terzo posto abbiamo:
comprare avorio mammuth affare? 
Come no! Comprane quintali!

Al secondo posto si piazza:
perchè a mia moglie piace fare pompini al mio amico? 
Forse perché è una zoccola. Ci avevi mai pensato? 

Mentre il dominatore assoluto di questa puntata è indiscutibilmente, in tutto il suo maschilismo:
vero o no che la figa costa oro?





Non so quanto faccia in oro, ma suppongo non poco.
Almeno stando a quanto m'ha detto Bertolaso.




01 marzo 2010

Voi della mia generazione che siete cresciuti coi cartoni giapponesi






Olli e Benji contro Baresi
La nazionale giapponese di calcio, allenata dall'oramai settantenne Shingo Tamai, deve giocare la finale della Coppa del Mondo contro l’Italia.
Oliver Hutton e Philip Callaghan, che come si intuisce dai nomi sono le due punte del Giappone, segnano cinque gol nei primi dieci minuti, mentre Benjamin Price para due rigori a testa a Pirlo, Quagliarella, Di Natale, Del Piero, Amauri, Totti, Cassano, Montella, Del Vecchio e Batistuta. Ma Marcello Lippi manda a chiamare Franco Baresi, l'indimenticato ex capitano azzurro, capace tra l'altro di segnare a porta vuota. Il buon Franco minaccia Thomas Becker, il regista nipponico, nonché figlio illegittimo del grande tennista, di chiamare il fuorigioco col braccio a ripetizione, a meno che lui non rinunci a lanciare in profondità Patrick Everett, il centravanti capace di effettuare il Tiro Del Falco. Ma Olli non si lascia intimidire e smarca in fascia i Gemelli James & Jason Derrick, che col Tiro Acrobatico Della Catapulta Infernale permettono al Giappone di vincere il Campionato del Mondo. Finiti i festeggiamenti, Julian Ross, la mezz'ala tornante che si ostina a giocare con un'insufficienza cardiaca fin dalla settima puntata, muore contraendo l'influenza suina.
BARESI: - Non potete batterci, maledetti musi gialli! Il vostro calcio non si fonda su alcuna tradizione!
OLLI: - Sarà anche vero, ma voi non avete un mediano di spinta che sa fare il Tiro della Tigre come Marc Landers!
BARESI: - Ma questi cazzo di giapponesi ci hanno solo nomi americani?!



 

Scontro finale
Haran Banjo vola su Marte con il Daitarn 3 per distruggere definitivamente i Meganoidi.
Chiaramente, il gruppo ska–core genovese è molto seccato dal fatto e scrive subito una canzone di protesta. Nel frattempo, sul Pianeta Rosso, lo scontro infuria: infatti, mentre Garrison, il fedele maggiordomo di Banjo, tiene a bada Don Zaucker, imperatore dei Meganoidi, il nostro eroe si adopera per soddisfare Reika Sanjo e Beautiful Tachibana, le sue avvenenti assistenti, che per le precedenti 49 puntate erano rimaste a secco. Al terzo assistente, il giovane Toppy, non resta che consolarsi su YouPorn.

DON ZAUCKER: - Sei un debole, Haran Banjo! Preferisci scoparti due ninfomani maggiorate che confrontarti con me in un duello mortale! E dire che ti avevo giudicato un certo tipo d’uomo!
BANJO: - Vaffanculo.


Dopo la fine della seria animata, pare che Garrison
abbia accettato i lavori più umilianti pur di tirare avanti



La terra in pericolo!
Cell e Freeezer, i mortali nemici di Son Goku, tornano dall’Altro Mondo per distruggere il pianeta Terra e, se proprio avanza del tempo, farsi un giro a Chianciano Terme.
Fortunatamente Goku è avvertito per tempo dal Drago delle S.S. (Sette Sfere) e parte assieme al suo vecchio nemico Vegeta e al di questi figliolo, Trunks, per allenarsi sul pianeta Namecc. Ora, siccome Namecc è lontanuccio, anche col teletrasporto, al ritorno dal suddetto pianeta la Terra è stata effettivamente annientata. Ma ora Kahioshin il Superiore ha conferito a Goku il potere di trasformarsi in S.S. (Super Sayian) di n-esimo livello e avvocato penalista tutto in uno. Così l’eroe sconfigge i due malvagi senza sprecare neanche un'onda energetica.

FREEZER: - Molto bene, Son Goku, vediamo quanto ti sei allenato bene!
VEGETA: - Freezer, lascia perdere quel buono a nulla di Kaharoth! Sono io il tuo avversario!
TRUNKS: - Papà, devi smetterla di tirare di bamba.



The union makes the force
Arles, il malvagio Gran Sacerdote del Grande Tempio, viene nominato assessore ai beni culturali del Comune di Atene.
Come primo obiettivo, deve incrementare il numero dei turisti che visitano l'Acropoli, quindi inizia la sistematica eliminazione degli altri monumenti del globo. Corrompe così col suo oscuro potere (ma soprattutto con diversi assegni a vuoto) i Dodici Sacri Cavalieri d’Oro e li invia a distruggere il Colosseo. Ma sul luogo giungono il prode Pegasus e gli altri quattro Cavalieri di Bronzo (Sirio il Dragone, Cristal il Cigno, Fenix la Fenice e Andromeda o’ femmeniello), che negli oroscopi non ci hanno mai creduto e sono quindi pronti a dare battaglia. Arriva anche Tisifone, cavaliera placcata in silver plate, che al solito, con la scusa di uccidere il prode Pegasus, vuole farselo. Ma Lady Isabel, un'allibratrice che organizza tornei mortali tra Cavalieri dello Zodiaco (oltre che vera reincarnazione della Dea Athena), corre ai ripari assoldando da una vecchia serie anime anni ’80 Kenshiro, Toki e Raoul (los Tres Mercienarios).

CAVALIERE DEL CANCRO: - Chi mai siete voi che tender tenzone ardite al di Arles sì grande potere?
PEGASUS: - Brucia entro me, cosmo delle Tredici Stelle!
SIRIO: - Colpo Segreto del Drago Nascente!
CRISTAL: - Aurora del Nord!
KENSHIRO: - 'Azzo questi hanno studiato...



Il ruggito della Tigre
Naoto Date, alias l’Uomo Tigre, deve misurarsi col temibile Maschera Universo, il nuovo lottatore mandatogli contro da Mister X, il malvagio direttore sportivo della Tana delle Tigri.
Poiché è risaputo che l’Uomo Tigre lotta contro il male e che col nemico non ha pietà, Maschera Universo è sconfitto due minuti dopo la sigla di testa. Ma Naoto viene indagato per evasione fiscale; pare infatti che abbia un contratto di sponsorizzazione al nero con la Nike, la quale fa cucire la maschera da Tigre ai bambini dell’orfanotrofio di Hiruko.

MISTER X: - Prima o poi la vendetta di Tana delle Tigri ti raggiungerà, maledetto Naoto Date!
MASCHERA UNIVERSO: - Ti sfido ad un combattimento senza la minima regola, Uomo Tigre!
NAOTO DATE (ALIAS L’UOMO TIGRE): - Non ci sto.



Goldrake, Trider G-7, Jeeg Robot & Vultus5 contro Mazinga, Voltron, Daltanious & God Sigma
Lasciamo stare.



Johnny incontra Fonzie
Johnny, l'adolescente di Tokyo con squilibri di testosterone e poteri paranormali, è indeciso tra chi insifonare per prima: la dolce Tinetta o la provocante Sabrina?
Roso dal dubbio che s'insinua sempre di più nel suo fragile encefalo provato dalla ketamina, il giovane perde il controllo delle sue facoltà telecinetiche, finendo per far saltare in aria la sede della Nintendo. Le autorità nipponiche insabbiano presto l’accaduto, facendo passare l’intera vicenda per la semplice esplosione di una bomba H sperimentale. A salvare la situazione sopraggiunge Henry Wrinkler, il quale si produce in un menage a troi con le due sgallettate di cui sopra.

JOHNNY: - Accipicchia, perché devo sempre trovarmi in queste situzioni..?!
TINETTA: - Tesoruccio, lo sai che nessuna ti ama come me…
SABRINA: - Jhonny, lo sai che nessuna te lo succhia come me…
HENRY WRINKLER: - ...Hey!



Mila e Shiro VS Tais Aguero
La nazionale giapponese di pallavolo femminile deve affrontare quella italiana nella finale dei Giochi Olimpici.
Il C.T. del Giappone, Mr. Mitamura, studia una tattica vincente: Nami Aiyase, la laterale lesbica, dovrà ricevere; Kaori Takigawa, l'alzatrice escort a tempo perso, dovrà alzare; Mila Azuky, la centrale cugina di Mimì Aiyuhara per pure esigenze pubblicitarie della serie, dovrà schiacciare dalla seconda linea col suo Attacco di Punta e piazzare la palla nei tre metri avversari. La Aguero, anche approfittando del fatto che l'altezza media della popolazione giapponese e di 1,56 metri, conduce le ragazze azzurre alla vittoria per 25-0, 25-0, 25-2 (nell'ultimo set l'intera squadra italiana è colta da artrosi fulminea paralizzante alle falangi).

MILA: - Shiro, finché ci sei tu a guardarmi dalla tribuna "popolari", non posso perdere! ...Attack!
SHIRO: - Deficiente, vuoi guardare la palla, invece che me, mentre batti?!
LUCCHETTA (di fianco): - Attento Shiro. Ogni lasciata è persa.



Sailor Moon V – The Movie
È il film di montaggio che raccoglie tutti i momenti salienti dell'ultima serie. Vediamo così nell’ordine: la sconfitta della diabolica Sailor Galaxia; il primo bacio tra la gattina parlante Luna ed il gatto parlante Artemis; il primo bacio con la lingua tra Rea (Sailor Mars) e Michael; Alice (Sailor Uranos) che confessa il suo amore a Milena (Sailor Neptune); la prima mestruazione della piccola Chibiusa (Sailor Chibi Moon); Bunny (Sailor Moon) che spiega a Marzio (Milord) che non può dargliela, perché loro due sono destinati a reincarnarsi nel Principe e nella Principessa del Regno Lunare (ovviamente il lungimirante Marzio capisce la complessità della situazione e si reca al Centro Massaggi del Salaria Sport Club).

SAILOR GALAXIA: - Rassegnatevi, Guerriere Sailor! Non potete competere con i miei immensi poteri!
MOREA (SAILOR JUPITER): - Sei invidiosa perché noi siamo multiorgasmiche e tu no.